Beppe Sala appende un cartello sulla porta della sua abitazione: “Qui vive un antifascista”. Il gesto di solidarietà del sindaco di Milano dopo i fatti di Mondovì.
Il sindaco di Milano Beppe Sala risponde pubblicamente al caso della scritta antisemita fatta da ignoti sulla porta di una ex deportata.
‘Qui vive un antifascista’, il cartello di Beppe Sala sulla porta della sua abitazione
‘Antifa Hier’, ossia ‘Qui vive un antifascista’. Questo è il messaggio scritto sul cartello che il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha affisso alla porta della propria abitazione. Si tratta di un gesto di solidarietà per i fatti di Mondovì, Cuneo, dove ignoti hanno scritto sulla porta della casa di una ex deportata una frase antisemita utilizzati negli anni neri della Germania nazista, quando ormai era iniziata la caccia all’uomo, ossia la caccia agli ebrei, che sarebbero stati prima discriminati, poi deportati e quindi sterminati.
Il caso politico e mediatico
Il caso di Mondovì ha avuto un grande clamore anche politico e mediatico. Lo scopo della politica è quello di non minimizzare un gesto gravissimo, che non può essere archiviato come una bravata. Si tratta di una vera e propria minaccia discriminatoria,un rigurgito di violenza antisemita. Un gesto da condannare senza se e senza ma.
Liliana Segre, “L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male”
In questo clima l’Italia si appresta a celebrare la Giornata della Memoria, istituita per ricordare le vittime della follia nazista, che ha sterminato milioni di persone senza neanche considerarle tali.
“L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori“, recita una parte della definizione scritta da Liliana Segre per il vocabolario Zingarelli 2020.